Il cercatore di storie
Il cercatore di storie
In un periodo di riflessione l’Autore è ritornato con la memoria ai suoi anni della fanciullezza e della gioventù vissuti nel paese natio; e il paese è un microcosmo con le sue istituzioni, i suoi riti, le sue funzioni, le sue feste, gli usi consolidati da generazioni: un sito ove tutti si conoscono; di questo scenario vengono restituite situazioni e atmosfere di un periodo del recente passato, ormai fluite nei ricordi e nella nostra piccola, ma per noi importante Storia.
L’ambiente è a volte avvertito come apportatore di disagio, estraneo, indecifrabile e a tratti persino ostile; ma da questo humus, percepito e vissuto tra contrapposti sentimenti, emergono i ricordi di persone che Fabrizio Pellegrino ha incontrato e conosciuto: c’è il barbiere che con i suoi discorsi e con i suoi silenzi sa attrarre e gestire gli umori della clientela, c’è il ristoratore che affascina e incanta con le sue proposte enogastronomiche, la commerciante che guida gli acquisti anche delle clienti più ostiche, il cavaliere che per ingenuità corre incontro alla rovina, il maestro che con delicatezza capisce, la professoressa che consiglia, l’amica che scuote, i compagni di scuola, il calzolaio, la pittrice, il tipografo, il fotografo...
Tutta una serie di presenze, ognuna delle quali ha, per la sua parte anche minima, contribuito a costituire il tessuto, l’anima del paese; figure che per alcune loro caratteristiche sono rimaste impresse nella memoria e che sono diventate come specchi nei quali lo scrittore ha creduto di vedere qualche riflesso della sua vita e della sua personalità.
Ci sono vincitori e vinti. Di tutte queste persone, amalgama, come tutti gli esseri umani, di virtù e di errori, di bene e di male, l’Autore, proseguendo l’operazione già intrapresa con il precedente volume Il camion giallo, con una singolare acutezza psicologica, ha voluto e saputo individuare i sentimenti più profondi e cogliere gli aspetti più positivi, gli unici che possono valorizzare ed eventualmente riscattare l’esistenza di una vita; e questo viaggio nella memoria è la continuazione di un percorso di presa di coscienza di sé, di un cammino terapeutico, catartico e liberatorio.
(dalla Presentazione di Adriano Armando)
Fabrizio Pellegrino è stato per trent’anni in prima linea per la realizzazione di progetti nell’ambito del recupero e della valorizzazione dei beni culturali in Piemonte e per la promozione delle diverse espressioni della creatività contemporanea. Nel 1990 ha fondato l’associazione Marcovaldo, nel 2000 il Sistema Territoriale Artea. Ha scritto articoli e libri di saggistica. Dal 2014 si dedica alla narrativa. Il camion giallo. Frammenti di memoria (Nerosubianco, 2017) è stato il suo esordio come autore di racconti.
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